Le parole che curano non sono sempre dolci ed accomodanti. 

Ci sono situazioni così pesanti, decennali, croniche, e pericolose, che oscurano la ragione, per cui una frase gentile, seppur corretta, non determina nessun effetto positivo. Anzi, fa ancora più danni di un sano “sbattere in faccia la realtà”

Essere dei professionisti “diretti” non significa scivolare nella mancanza di tatto o sensibilità, ma usare il linguaggio a lama di coltello per affondare nella profondità dell’altro e causare uno shock che smuova l’anima. 

Ovvio che occorre competenza, perchè se fatto male smuoverà altro e non lo scopo per cui lo si fa. 

Dietro persone in apparenza “normali”, si nascondono disagi esistenziali profondi. 

È la via più facile “assecondare, coccolare, accarezzare”, ma se fossi io a stare male senza vedere una via di uscita, preferirei qualcuno che mi sorprendesse a tal punto da farmi arrabbiare come mai è accaduto, affinché io possa salvarmi.

Rimanere nel proprio pantano fangoso è malsano, è un danno alla salute psicofisica. 

Chi asseconda il galleggiare nelle proprie atrocità psicologiche, non sta facendo bene il suo lavoro, perchè prima o poi occorre arrivare a quel punto esatto dove la relazione terapeutica o di altra qualità, deve produrre il suo frutto, che sia il vuoto o una soluzione efficace per la persona. 

Camminare nella propria palude serve a comprendere i composti interiori, ma affogarci dentro per tanto tempo, non permette a quella difficoltà di esplicare la sua funzione. 

Ed è qui che arriva il fulmine necessario a risvegliare, dopo di che scatta il libero arbitrio dell’anima , che dopo il trauma elettrico, deciderà cosa farsene della sua esperienza. 

Per fare tutto questo non occorrono armi, ma parole potenti, affilate, dolorose, in apparenza cortesi ma fortemente destabilizzanti, profondamente incisive che obbligano a scegliere da che parte stare : vivere o morire. 

Anche la Non scelta è sempre una scelta, ma l’importante è sapere di aver fatto ciò che era giusto, esercitare la chiamata della vita all’altro. 

Questo è il senso di un percorso, delle parole che lo compongono, e dei risultati felici o nulli che si ottengono. 

La vita ti chiama, poi tocca a TE!